Inaugurazione:

Sabato 5 Novembre 2016

  • h. 19.00 Apertura Mostra
  • h. 21.00 LIVE – Jam Session di Blues
Attività:

Drink Bar – Musica – Cena Indiana

Ingresso Gratuito

Ingresso riservato ai soci.
Tessera obbligatoria TAG (gratuita)

Durata della mostra:

dal al 9  Novembre 2016

Orari:

D: Per Appuntamento
L M M: h. 17.00 – 19.30

Ingresso Gratuito

SERENDIPITY

Dal 5 al 9 Novembre 2016

SERENDIPITY è una mostra di Publia Cruciani e Roberto Micheli, dedicata al mare, dove Publia e Roberto dialogano con sculture e dipinti. Saranno esposti e venduti (fino ad esurimento) un numero limitato di cataloghi (50) pezzi unici fatti a mano (10,00 euro). La mostra sarà presentata presso la TAG – Tevere Art Gallery  di via di santa Passera 25 roma , sabato 5 novembre 2016 e terminerà il mercoledì successivo 9 novembre 2016.
L’orario del vernissage h 19.00, intorno h 21.00 la mostra culminerà con una jam session di blues, dove si alterneranno diversi  musicisti, tra i quali: Elio Volpini, Maurizio Bonini, Pierpaolo Ferroni, Luigi Cavaccini, Massimo Rossi, Sandro Cavallo, Luca Rossi, Marco Celli Stein e tanti altri.

VISTA MARE

Farabutti, lo hanno fatto. Hanno portato il mare dentro la città, dove nessuno se l’aspettava. Anche la protezione civile è stata presa in contropiede. Invece di chiudere subito la mostra i vigili urbani e i pompieri, pur convocati d’urgenza, sono stati lì a divertirsi guardando le opere esposte, incuranti del pericolo. Voi però, se siete qui senza preavviso, almeno procuratevi un salvagente.

Riassumiamo. Del cielo in una stanza avevamo già sentito parlare parecchio. A parte qualche consunta metafora, non ne è venuto fuori molto di concreto. Ma, attivato un nuovo modo di vedere, ecco che d’improvviso si è creata una storia diversa. Il mare in una stanza. O in una sala, in una galleria. Insomma, una mostra.

Publia e Roberto sono recidivi. Publia è da quando aveva sei anni che raccoglie oggetti sul bagnasciuga e crea improbabili composizioni artistiche senza nemmeno sottoporle allo psicologo di sorveglianza. Non sapeva di mettere in atto già allora la celebre frase di Picasso: “Io non cerco, trovo”. Il mare, le ha fornito l’ispirazione, e in modo sorprendente anche tutti i materiali che le servivano.

Roberto, precursore e sostenitore del social  You Tubetto, sparge colori sulle spiagge come Pollicino, a segnare un percorso di arte rintracciabile. D’altronde è stato già detto che il sonno dell’arte genera mostre. Però per Roberto il mare è stato sempre vita e metafora di vita, occasione espressiva. La sua grafica si trasforma liquidamente in arte, la forma si scioglie in colore in modo naturale.

Comunque un guaio. I translucidi esposti da Roberto, la cui vita da pittore è stata segnalata da vari testimoni in numerose città italiane e non, il mare non lo descrivono ma lo evocano con una tale precisione che molti pesci hanno preferito trasferirsi in galleria per una vacanza diversa, anche se il livello dell’acqua è basso. I salmoni per esempio tornano a visitare la mostra regolarmente risalendo il raccordo.

L’oceano è lì. Sulla spiaggia, sott’acqua, nel va e vieni dell’onda, appaiono all’occhio e alla mente dell’osservatore oggetti e visioni che attendono solo qualcuno che possa dar loro un percorso e un significato. I segni sono aristocratici, non si concedono a tutti. Non a tutti gli artisti aprono la possibilità di farli diventare altro, cambiare essenza, interpretare e trasmettere a tutti simboli e emozioni. Beh, a loro sì.

Nel caso di Publia, al di là dell’appropriazione indebita degli oggetti, molte persone si riconoscono nei suoi assemblaggi, ne scrivono perfino bene, ne parlano da anni sperando in una burrasca che le porti più materiale possibile. Si era anche aperta una sottoscrizione per il completo recupero del Titanic e il trasferimento dei materiali sul litorale laziale (notare l’assonanza poetico-rimata). Se son alghe, fioriranno.

Vedere questi oggetti nella bellissima e trasparente scenografia della mostra, analizzare con lo sguardo il loro insieme e cogliere il loro significato profondo è un risultato istintivo e insieme culturale. Il mare e il sole, il vento e la sabbia, che vivono in queste opere la loro sottintesa ma non eliminabile presenza, aprono la strada alla sosta e alla contemplazione.  Ne emerge una riflessione su se stessi, il ritrovamento di collegamenti lontani col gioco, con l’infanzia, con la propria fantasia. Ai simbolici e concreti oggetti di Publia, Roberto risponde con una collocazione scenica astratta, ambientale, che fa appello ai nostri personali mondi sognanti e inesplorati.

Sappiamo purtroppo che il mare stesso è a rischio, il tradizionale mutismo dei pesci non deve farcelo sottovalutare. I grandi continenti galleggianti fatti di rifiuti di plastica che si vanno formando in mezzo al Pacifico ci minacciano direttamente. L’immagine che ci arriva dalle narrazioni correnti è spesso oleografica, falsa e bloccata. Questa mostra invece è un concetto vivo e circolante. Ogni passo nel suo piccolo labirinto, ogni modifica di prospettiva, cambia le opere, le dimensioni percepite, lo spazio.

Nulla di ripetitivo. Ma la sensazione di libertà fantastica viene sempre confermata e il mare esce dal cassetto come sogno per alimentare le nostre astrazioni, come vento per soffiare sulla nostra immaginazione. Tutto, naturalmente, attraverso un’arte sofisticata e colta, che esalta la semplicità e la sintesi. Se vogliamo restare nella simbologia marinara, un faro, una costellazione, un’indicazione di percorso.

Insomma, tutto torna a posto, che in fondo è quello che volevate sentirvi dire. Il mondo che quei due ci mostrano è il mare come dovrebbe essere e come deve tornare a essere, cioè il simbolo di qualcosa che adesso nonostante i farmaci non ricordo bene. Però il consiglio che offro è quello del vecchio Ulisse, che di mare se ne intendeva. Cioè, guardatevi intorno e non perdetevi nulla del canto delle sirene.

– Massimo Bucchi