L’arteterapia attraverso la fotografia
Collocare.
Dare posto.
Dare un posto.
Immaginare.
Desiderare.
Quando le parole non escono, il gioco accorre in aiuto, la visualizzazione di ciò che non c’è si materializza negli angoli quotidiani, si fa piccolo o grande nell’immaginario psicoterapico, troppa o poca importanza, il piccolo nel grande, il grande nel piccolo, un rapporto duale a senso unico, l’oggetto che diventa manipolabile, il soggetto che diventa oggetto, la proiezione, il distacco, la dipendenza, la solitudine, l’occhio critico, la perplessità nella complessità, elementi questi che aiutano al passaggio del desiderio alla consapevolezza, di ciò che non c’è a ciò che potrebbe essere.
Anche se non ci sarà.
Un percorso che segue lo sguardo interiore iniziato con un album di famiglia e attraverso questo lavoro svolto poco prima della pandemia, fino alla relazione della visione di due, che nella luce dopo il buio camminano lungo una spiaggia, accanto e nella reciprocità.
Tevere Art Gallery
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