15 - 20 Agosto | 12 rue du Président Wilson, Arles
Sogni – #1

Chefchaouen, Morocco, 2021

Sogni

Il Marocco, nell’immaginario collettivo e generico, viene associata ad un Paese pieno di vita, solare e luminoso. Un caleidoscopio di colori, dalle strade affollate e rumorose, attraversate da sciami di persone nei quali si possono individuare con una certa frequenza figure quantomeno stravaganti agli occhi di un turista. 

Non posso negare che anch’io mi sia trovato a contemplare con una forte curiosità (e in certi casi con una certa morbosità) alcune situazioni e scenari a me nuovi. Vecchi ciechi che chiedono l’elemosina intonando canti dolenti, bambini lasciati al proprio destino fin da piccolissimi, uomini vistosamente storpi che si trascinano come sacchi, donne nascoste nei loro involucri di seta. 

Ho subito capito che non mi interessava fotografare il Marocco che già conoscevo. 

Quasi inconsciamente sono stato attirato, ancora una volta nella mia vita, da tutto ciò che a prima vista veniva oscurato dalla bellezza dei luoghi che visitavo. 

Il mio sguardo si è posato soprattutto sulle persone in disparte, si è concentrato sulla solitudine e sulla malinconia, sulle ombre e sulle figure ambigue, nascoste. 

Sulle carni dall’odore nauseante appese ed esposte ai banconi, più che sulle spezie colorate e profumate. 

Sulla morte, più che sulla vita.