
SENEGAL – FESTA DELL’INDIPENDENZA
1 • 2 • 3 Aprile
Festa senegalese alla TAG!
Promotori dell’evento in collaborazione con l’Ambasciata del Senegal presso il Quirinale e con la presenza dell’Ambasciatore Mamadou Saliou Diouf e di tutto il suo staff: Associazione Fulbe in Italia, Associazione pour le développement du Toro, Associazione Penc Mi, Associazione Roma Dakar, Associazione Djameguene, IMDC, The African Force, Associazioni Senegalesi di Roma e Lazio.
Venerdì 1 aprile 2016
► H 18.30 Mostra fotografica Roma Sunu Senegal di Roberto Cavallini
► H 20.00 Cena senegalese (contributo 6€ – fino ad esaurimento)
► H 22.00 Concerto di Awa Koundoul e di Ady Thioune.
Sabato 2 aprile 2016
► H 18.30 Mostra fotografica Roma Sunu Senegal di Roberto Cavallini
► H 18.30 Mostra di pittura artisti senegalesi
► H 20.00 Cena senegalese (contributo 6€– fino ad esaurimento)
► H 21.00 Proiezione Documentario Redemption Song di Cristina Mantis
► H 22.00 Concerto di
Badara Seck con
• Rocco De Rosa – piano
• Harol Bradley – voce
• Michele Sacco – sax
• Ivano Grimani – batteria
• Leonardo Porcheddu – chitarra
• Moussa Diouf – percussioni
• Mbar Ndiaye – percussioni
• Silvano Lentini – basso
Domenica 3 aprile 2016
► H 18.30 Sfilata di moda
► H 19.30 Proiezione Documentario Redemption Song di Cristina Mantis
► H 19.30/20.00 Cena senegalese (contributo 6€ – fino ad esaurimento)
► Concerto finale Sabar
Ingresso 3€
Tessera TAG obbligatoria (gratuita)
Badara Seck
Roberto Cavallini
Redemption Song di Cristina Mantis – Teaser
“Nel momento più caldo delle migrazioni e degli sbarchi sulle coste europee, un rifugiato nordafricano decide di tornare in patria per dissuadere i suoi fratelli a partire per un falso sogno. Una volta in Africa inizia a fare delle proiezioni che informino la sua gente sulle precarie condizioni in cui vivono molti immigrati, spesso drammaticamente vicine alla schiavitù. “Virtualmente” accompagnato nel suo viaggio da alcuni artisti che rafforzano il sound emotivo e dal ricordo di Thomas Sankara, il protagonista inizia a sollecitare la sua gente verso un’emancipazione interna e della propria terra, convincendoli della necessità della fine dei conflitti che tanto impoveriscono l’Africa, e porta ad esempio i discendenti degli schiavi che vivono nei quilombi brasiliani, pacificamente uniti e fieri delle loro origini africane.